Buone feste con nonna Carla e Simone

Glingler_La guerra dei virus_testata

La Guerra dei Virus è una fiaba scritta da Carla Barberi Glingler e da Lei stessa illustrata nascondendosi dietro/dentro lo pseudonimo di Kattabei; come si vede, in copertina si dà la datazione editoriale Primavera 2020, ma indica la fase del concepimento, giacché la fiaba è stata stampata dall’Unione Tipografica Folignate nell’Agosto, ed è pervenuta al Magistero Accademico all’inizio di Settembre.

Abbiamo atteso il ciclo festivo a cavallo del 2021 per segnalare la preziosa operina a quanti seguono le nostre iniziative informative, allo scopo di renderla un mezzo per formulare gli Auguri più sinceri a tutti gli Accademici Fulginei e a tutti gli Amici della Fulginia.

Il librino, ottantanove pagine piacevolissime, è dedicato a Simone Glingler, piccolissimo ma pepatissimo nipotino di Carla; è stato ideato (leggendolo si conoscerà lo spunto di partenza) e realizzato nei mesi di marzo ed aprile, in Primavera appunto, ma pensando al 17 settembre giorno in cui il Bimbo è nato. Il volumetto si compone di due parti. Protagonista della prima è la strega Epidemia la quale, con un potente maleficio, scatena la guerra dei Virus contro l’umanità. Protagonista della seconda parte è Simone, fanciullo che esplora la meraviglia del mondo, nel sogno scoprendo l’armonia della natura, nonché l’importanza dell’amore e della speranza in serena condivisione con le creature della terra. Quando i lettori arriveranno alla pagina 56, pagina-anello di congiunzione/distinzione delle due parti, troveranno la chiave di volta della fiaba, l’intimo nòcciolo problematico.  

      Scrittura elegante, quella di Carla, Accademica Corrispondente della Fulginia, donna di elevata cultura classica, a suo tempo Docente di conclamata qualità, oggi presidente onoraria di Archeoclub Foligno; “stile essenziale”, scrive Rita Fanelli Marini in Prefazione, la quale aggiunge, “chiaro e adeguato a un bambino e nello stesso tempo ricco e stimolante per un pubblico adulto”. Raffinata iconòloga qual è, Rita osserva le immagini di Carla-Kattabei, e le vede “volutamente semplici e immediate”: esse, infatti, “sostengono la narrazione che offre vari spunti di riflessione in rapporto alla vita quotidiana, dall’approccio con le prime regole scolastiche che sconvolgono ritmi e abitudini, al tenero rapporto affettivo con gli animali di casa tanto importanti nella socialità di un bambino, alla dimensine del gioco e alla forza del sogno nel quale si realizza ogni magìa, alla forza purificatrice della pioggia che prelude all’apparire di uno spettacolare e nitido arcobaleno”.

     Immagini di Kattabei, si diceva: è la firma d’arte che la versatile Carla utilizza quando scrive “per gioco usando lo pseudonimo coniato nel ricordo sorridente di un farfugliato balbettìo infantile”. Immagini realizzate “con i materiali più improbabili scovati in scatole e astucci dimenticati da decenni, persino le matite da trucco e il gesso per i ritocchi della muratura”. Che tanta fortuna arrida al piccolo Simone e, come vuole la Nonna Carla, “a tutti i bambini che leggeranno”.