Storia 1

1759-1865

Fulginia Stemma 1761
Stemma tratto da un diploma accademico del 1761.

Lo stemma (“impresa”) dell’Accademia è quello stesso della Città, sormontato dalle insegne di Minerva, l’elmo, cioè, con le code di cavallo, l’asta e lo scudo con la Gorgone ed è contornato da fronde di alloro su cui volteggia un angelo che regge il cartiglio con la scritta XII VIRI ACADEMIAE FVLGINIAE CONSERVANDAE.

 L’Accademia “Fulginia” fu fondata tra il 12 e il 23 agosto 1759. Ne fu ideatore Giustiniano Vitelleschi, ne formarono il primo nucleo di Accademici Gian Francesco Roncalli, Pietro Vitelleschi, Giovanni Battista Roncalli Benedetti, Domenico Giusti, d. Antonio Bucciari, Gianfrancesco Bolognini, Feliciano Gerardi, ab. Girolamo Morotti, Claudio Seracchi, ab. Giovanni Mengozzi, p. Antonio Prosperi. Le finalità: dissertare su “cose erudite” con accademie periodiche; dissertare annualmente nel mese di agosto, su “qualche punto istorico illustrante la Patria”.

Il palazzo della fondazione

Fu la residenza dei Vitelleschi ad ospitare il 12 agosto 1759 la prima riunione di coloro i quali, convocati da Giustiniano Vitelleschi (v. la pagina I Fondatori in questo sito), avrebbero costituito il Collegio de’ Dodici della costituenda Accademia Fulginia, e anche il palazzo dove essa nacque ufficialmente il 23 successivo, quando i Dodici approvarono le Leggi, definirono le cariche e fecero le prime aggregazioni.

Foligno, via A. Gramsci. Palazzo Vitelleschi e, in prospettiva, i palazzi Piermarini e Vallati Montogli.

Quello oggi denominato palazzo Vitelleschi è una parte di un insieme di edifici, (i palazzi Piermarini, Vallati-Montogli e Gigli) tra le attuali via Gramsci e via Palestro (un tempo rispettivamente via dei Mercanti e Via degli Ammanniti), appartenuto ai Vitelleschi già nel Trecento, usurpato dai Trinci e, al crollo della loro signoria  (1439), ritornato ai precedenti proprietari. Le spartizioni ereditarie successive furono all’origine della frantumazione immobiliare dell’isolato.

L’attuale palazzo Vitelleschi (oggi sede della Valle Umbra Servizi spa) è il risultato di una ristrutturazione realizzata da Giustiniano e Girolamo negli anni 1694-1696, proseguita nei primi decenni del secolo successivo soprattutto nel compimento della configurazione barocca della struttura e della decorazione interna, operata tra gli anni 1660-1670. Il piano nobile del palazzo, presenta, in varie sale, decorazioni di autore sconosciuto, con le storie dei personaggi biblici Giuseppe, David, Salomone e Mosè.

Il dettaglio della descrizione degli affreschi è reperibile, ad opera di Emanuela Cecconelli, accademica fulginea, nell’archivio digitale della “Gazzetta di Foligno” https://www.gazzettadifoligno.it/2017/04/02/alla-scoperta-di-palazzo-vitelleschi/ (il servizio fu pubblicato il 2 aprile 2017).

Sulla parete destra dell’atrio del piano nobile è murata un’elegante epigrafe celebrativa delle imprese di Giovanni Vitelleschi da Corneto il quale, nella sua qualità di cardinale legato del papa Eugenio IV, nel 1439 abbatté i Trinci e ripristinò nel territorio di Foligno il governo diretto della Sede apostolica. In essa si ripercorrono anche le vicende che hanno interessato il palazzo. Eccone il testo e la traduzione a cura del fulgineo Attilio Turrioni.

HAS AEDES ANTIQUAS DICTAS ET NOVAS A TRINCIIS OLIM TYRANNIS PULSIS DOMINIS HABITAS / IOANNES VITELLESCUS ALEXANDRINUS PATRIARCHA TITULI S. CAECILIAE CARDINALIS / IN SEDEM FAMILIAE SUAE IN SUAE CONVERTIT MONUMENTA VICTORIAE / EUGENII IV LEGATUS FULGINEUM CUM EXERCITU VENIENS VELUTI FULMEN ARDENS IN PURPURA / REDDITIT PATRIAE SECURITATEM CIVIBUS LIBERTATEM. / NOVAS AEDES IOANNE CICCARELLO MERCATORE QUONDAM IURE POSSESSAS / ET AB IIS PER SUMMAM INIURIAM OCCUPATAS / APOSTOLICIS PRAESIDIBUS TAMQUAM SUAE REGIAM LIBERALITATIS APERUIT. / ANTIQUAS VERO CUM DIREPTIS AB HOSTE PRAEDIIS / PETRO VITELLESCO EQUITI HIEROSOL[IMITANO] VALERIO ACHILLI IUSTINIANO ET AGELO GERMANIS FRATRIBUS. / HEROICA TANTI PRINCIPIS VIRTUS / QUAE PUGNAVIT IN TOGA TRIUMPHAVIT IN PURPURA / UT POSTERO RUM VIVERET IN MEMORIA. / IIDEM GERMANI FRATRES HOC HILLAM IN LAPIDE SCULPSERE / SED INCIDERE ALTIUS IN CORDIBUS / QUINTO IDUS SEPTEMBRIS M. CCCC. XXX VIIII.

Questo palazzo, detto antico e nuovo, abitato una volta dai signori Trinci, tiranni, banditi, Giovanni Vitelleschi, Patriarca di Alessandria, Cardinale del titolo di santa Cecilia, trasformò nella dimora della sua famiglia, monumento della sua vittoria. Legato di Eugenio IV, venendo a Foligno con l’esercito, come un fulmine che divampa sulla porpora, quanti erano i tiranni, parte con l’autorità parte con la forza, esiliò e sconfisse. Restituì alla patria la sicurezza, ai cittadini la libertà. // Il palazzo nuovo, un tempo posseduto legalmente dal mercante Giovanni Ciccarelli e da essi occupato con sommo oltraggio, lo aprì ai governatori apostolici quale corte della sua liberalità. Quello antico insieme ai beni immobili predati dal nemico lo assegnò a Pietro Vitelleschi cavaliere di Gerusalemme, a Valerio, Achille, Giustiniano e Angelo (suoi) fratelli germani e ai suoi parenti. Affinché l’eroico valore di tanto prestigioso principe, il quale (valore) combatté nella toga, trionfò nella porpora, vivesse nella memoria dei posteri, i medesimi fratelli germani lo scolpirono su questa pietra, ma lo incisero più profondamente nei cuori. 9 settembre 1439.

(Su questo esemplare monumentum victoriae, Luigi Sensi osserva che, se i fratelli dedicatari dell’epigrafe sono da collocare sul tornante del Quattrocento, il manufatto appare più tardo, verosimilmente ascrivibile al Seicento, v. Memorie trinciane, in BSCF, XVIII, 1994).

Non è questo l’unico evento che ha visto al centro dell’attenzione il palazzo Vitelleschi. Un altro è quello che ha visto protagonista Carlo Emanuele IV, re di Sardegna, il quale nell’anno 1800, mentre era ospite dei Vitelleschi, incontrò Pio VII che, appena eletto papa a Venezia, si stava recando a Roma per prendere possesso della sede pontificia. Una lapide ricorda l’evento. Qualche anno più tardi, nel maggio 1814, sarà lo stesso papa Pio VII ad essere ospitato in palazzo Vitelleschi, sulla strada per Roma al rientro dalla prigionia napoleonica in Francia.

Il palazzo delle adunanze ordinarie

Sala delle Armi
Foligno, Palazzo Comunale,Sala delle Armi, così denominata poiché la volta e la parte alta delle pareti sono decorate con le armi o stemmi di famiglie nobili di Foligno o di famiglie forestiere aggregate al ceto nobile locale. Dipinti nel 1760 da artista rimasto ignoto, ma forse da identificare con il decoratore locale Vincenzo Simonetti, su commissione dell’erudito folignate Alessandro Barnabò (1715-’79). Al centro della volta è raffigurato il giglio, simbolo della parte nobiliare della città qui fatto assurgere a segno connotativo di Foligno.

Per quanto riguarda le riunioni del sodalizio culturale folignate, secondo lo statuto, le “Accademie” private potevano svolgersi presso la residenza di quegli accademici che avrebbero provveduto all’organizzazione delle medesime, mentre quattro volte all’anno dovevano svolgersi le “Accademie” pubbliche da tenersi nella “Sala del pubblico Palazzo”, a volte indicata come Sala dei Decurioni, ovvero del Consiglio Comunale. La prima di queste si tenne il 27 gennaio 1760.

Diversa la situazione per le “adunanze private” che, secondo Messini (p. 25), si svolgevano a Palazzo Roncalli, in via della Fiera (oggi Corso Cavour, n. 9), residenza dell’abate Giovanni Francesco, primo “Prencipe” della Fulginia (v. la pagina I Fondatori in questo sito).

Palazzo Roncalli
Foligno, Corso Cavour, Palazzo Roncalli poi Ercoli

L’Ottocento

La prima, secolare fase storica dell’Accademia poteva dirsi conclusa quando, nel 1859, Giuseppe Bragazzi pubblicava il Compendio della storia di Fuligno. L’Unità d’Italia avrebbe coronato quel secolo accademico con due eventi: la pubblicazione nel 1864 della bragazziana Rosa dell’Umbria, e la celebrazione del Centenario Dantesco il 14 maggio 1865. Episodio, quest’ultimo, che si svolse in contemporanea con ciò che accadeva a Firenze in piazza Santa Croce: vide Alessandro Remoli pronunziare un discorso da una finestra del palazzo comunale, l’Accademia Fulginia promuovere un’Accademia poetica, il sindaco Paolano Frenfanelli Cibo disserire sul Sesto centenario della nascita di Dante, e l’Amministrazione comunale da lui presieduta affiggere sul palazzetto Orfini (nell’odierna piazza della Repubblica) l’epigrafe che tuttora si legge: Nel XIIII di Maggio MDCCCLXV/ Celebrando Italia/ La festa secolare di Dante Alighieri/ Seicento anni dopo la sua nascita/ A perpetuare la memoria/ che Emiliano Orfini/ Volle divulgata al mondo/ La Divina Commedia/ Con la prima stampa fatta in questa casa/ Nel quarto mese del MCCCCLXXII/ Per Giovanni Numeister Alemanno/ Ed Evangelista Mei Fulginate/ il Municipo Pose. Oggi sappiamo quanto problematico sia questo titolo epigrafico (sulla ubicazione della tipografia, sulla presenza dell’Orfini, sul nome effettivo di Evangelista da indicarsi come Evangelista di ser Angelino e non Mei), sta di fatto tuttavia che l’evento servì a realizzare un primo rilancio di Foligno come Città Dantesca.

     D’altro canto, l’Unificazione implicò mutamenti d’orizzonte e di percorsi aggregativi. Nacquero: la Società del Casino di Lettura in palazzo Barugi (1864); la Società Promotrice dell’Educazione Popolare (1869), della quale fece parte anche l’astrofisica Caterina Scarpellini Fabri; la Società Filodrammatica (1875); la Società “Educando, spera!” (intra 1883); la Società Pedagogica (1883); il Circolo del Teatro (1884); la Società dei Coristi del Teatro (intra 1886); la Società “Dante Alighieri” fondata da Domenico Roncalli Benedetti (1890); la Società Orchestrale o del Concerto (intra 1897); la Società del Libero Pensiero con promotore lo stesso Benedetti Roncalli (1904); la Brigata degli Amici dell’Arte, di cui si premurò Giovanni Antonio Pierani (1915).

Foligno, Palazzo Comunale, Sala del Consiglio.
Mariano Piervittori, La morte di Colomba Antonietti, il 13 giugno 1849, sulle mura di San Pancrazio a Roma, combattendo contro i Francesi in difesa della Repubblica Romana (1883-1887).

     Intanto era iniziato il lungo cammino formativo della Pinacoteca Civica (1864) e del Museo Civico (1878); ed era nata la Società “Pro Foligno” (1905-1906). Quest’ultima sosteneva lo sviluppo della “Dante Alighieri”, la nascita della Brigata degli “Amici dell’Arte”, istituiva la Biblioteca Popolare Circolante, che per alcuni decenni fu l’unico centro motore della pubblica lettura in Foligno grazie all’iniziativa e alla cura di tre suoi esponenti di primo piano: Filippo Accorimboni, Tito Marziali, Decio Tocchi. La sezione della Biblioteca dedicata alle origini, alle antichità e alla storia di Foligno aveva uno spazio cospicuo come dimostrano i due Cataloghi accuratamente realizzati da Marziali (1912 e 1916). Del resto, con Serafino Frenfanelli Cibo, il giovane d. Michele Faloci Pulignani, i professori Antonio Mancinelli, marchigiano e direttore del Ginnasio, Carlo Attilio Meschia, Tito Buccolini, Augusto De Dominicis, Leandro Ceccarelli, Guido Boccolini, i dirigenti delle Scuole Primarie Adolfo Radi e Aleandra Bartolomei Roncalli Benedetti, la storia dell’Arte, la Storia Civile e la Religiosa, l’Archeologia e l’Antiquaria, la Letteratura e le Scienze sperimentali, le Scienze Pedagogiche e le Didattiche rinnovavano, sotto molteplici forme e con modalità innovative, l’istanza accademica del 1759: cimentarsi con le “cose erudite”, e con i più disparati “punti istorici riguardanti la Patria”.  

Sull’autore del Compendio e della Rosa: B. Marinelli, Giuseppe Bragazzi, e R. Tavazzi, Cassa di Risparmio di Foligno, la  preparazione: 1847-1858, entrambi in Cassa di Risparmio di Foligno 1858-2008, Foligno, Cassa di Risparmio di Foligno, 2008; E. Baciocchi, La Rosa dell’Umbria di Giuseppe Bragazzi, in “Bollettino Storico della Città di Foligno”, XXXV-XXXVI, 2012-2013, pp. 197-218. Sulla svolta d’epoca del 1859-61: F. Bettoni, L’Unità d’Italia e Foligno (1859-1861), in Foligno nell’Italia unita, Foligno, Cassa di Risparmio di Foligno, 2011; Idem, Foligno dal papa al re (1859-61), in “Proposte e ricerche. Economia e società nella storia dell’italia centrale”, XXXIV, 2011, n. 67, pp. 45-64; R. Tavazzi, Il Plebiscito. La memoria controversa, in F. Bettoni (a cura di), Foligno e il Risorgimento. Documenti, memorie, ricerche, presentazione di S. Gentili, Foligno, Edizioni Orfini Numeister per Consiglio Comunale di Foligno, 2012, pp. 129-155. Su Foligno Città Dantesca: la questione, risalente a Pietro Canneti (1723 e ’25) è esposta in sintetsi da E. Laureti, La sala del Consiglio comunale e le memorie patrie, in F. Bettoni (a cura di), I Palazzi Pubblici di Foligno, Perugia, Quattroemme, 2014, pp. 305, 312-313; imprescindibile: P. Scapecchi, “Io maestro Giovanni Numeister opera dei”, in “Rara Volumina”, 2002, 1-2, pp. 3-64; E. Barbieri, La carta nel Dante di Foligno (1472), in Foligno 11 aprile 1472. Editio Princeps della Divina Commedia, Foligno, Cassa di Risparmio di Foligno, 2010; A. Menichelli, Giovanni Numeister, ivi; un altro imprescindibile contributo: M. Sensi, Umanesimo e imprenditoria nella Foligno del quindicesimo secolo, in P. Lai, A. M. Menichelli (a cura di), Prima edizione a stampa della Divina Commedia. Studi – I, Foligno, Comune di Foligno, 1994, pp. 57-100. Sulla Pinacoteca e il Museo: E. Cecconelli, L’inventariazione delle opere d’Arte del Comune di Foligno in seguito all’emanazione del Decreto Pepoli, in Foligno nell’Italia Unita, cit.; A. Menichelli, Il Museo Civico di Foligno. Formazione di una raccolta, ivi. Sulla Società “Pro Foligno”: il profilo d’insieme dovuto a S. Albanesi, A. Giampaoli, Pro Foligno. Cento anni per la città 1905-2005. Appunti, Foligno, Pro Foligno, 2005 ; vanno segnalati: la Guida illustrata di Foligno e dintorni. Compilata da D. M. Faloci Pulignani, per cura della Società Pro Foligno, Foligno, Campitelli, 1909; l’Annuario Folignate 1911 compilato a cura della Società Pro Foligno, Foligno, Unione Tipografica, 1910 (riprod. facs. a cura di F. Bettoni, Foligno, Il Formichiere, 2011); Società Pro Foligno, Catalogo della Biblioteca Popolare Circolante, a cura di T. Marziali, Foligno, Tipografia già Cooperativa, 1912; Società Pro Foligno, Catalogo della Biblioteca Popolare Circolante, a cura di T. Marziali, Foligno, Unione Tipografica, 1916; la sintesi di C. Bonanni, La Biblioteca popolare circolante di Foligno, in Foligno nell’Italia unita, cit. Riferimenti  prosopografici: sulla gran parte dei personaggi via via segnalati si vedano, ad indicem: F. Bettoni (a cura di), Foligno e il Risorgimento, cit.; Aleandra Bartolomei, Domenico Roncalli Benedetti. Una vita, edizione a cura di F. Bettoni, Foligno, Il Formichiere e L’officina della memoria, 2013; Capire Faloci. Mons. Michele Faloci Pulignani a settant’anni dalla morte, Atti del Convegno di Studi promosso dalla “Gazzetta di Foligno” (Foligno, 8-9 aprile 2011), Foligno, Accademia fulginia, 2016 (Supplemento n. 14 al “Bollettino Storico della Città di Foligno”); F. Bettoni (a cura di), Foligno e la Grande Guerra (1914-1918). Economia, società e istituzioni lontano dal fronte, Foligno, Il Formichiere e L’officina della memoria, 2017.