di Fabio Bettoni
Il 25 maggio del 2015, moriva in Foligno Mario Sensi. Di ritorno dal Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano (Puglia), ove il 15 precedente aveva partecipato alla presentazione della sua raccolta di saggi su Santuari e pellegrini lungo la via dell’Angelo [1], se ne era “andato” sussurrando a Mario Timio, amico prima ancora che medico personale, «vorrei essere ricordato come prete obbediente, come studioso, come amico» [2]. Se fosse stato un “prete obbediente” non saprei dirlo; vero è che, in una intervista rilasciata nel 2010, aveva elevato un vero e proprio inno alle Sacre Scritture, alla Chiesa, alla Patristica e alla Dottrina [3]. Quanto al suo vissuto amicale, ne hanno detto ne dicono e ne diranno tutti coloro i quali ebbero hanno ed avranno modo di apprezzarne le molte qualità, ricambiarne attenzioni e affetti [4].

Sullo studioso, un figlio di «veri e propri padri culturali» da Braudel, a Delaruelle, Ehrle, Grundmann, Manselli, Oliger, per citarne (in modo un po’ arbitrario) solo alcuni [5], anche le lettrici e i lettori di «Marca/Marche» sono in grado di esprimere opinioni. La rete restituisce, infatti, i tre contributi di Sensi pubblicati su questa rivista in tempi assai prossimi al suo trapasso [6]. Esordì nel 2013, dunque con il primo numero della serie, argomentando sull’Andare per Santuari: dalla costa adriatica alla catena appenninica; l’anno seguente 2014, se ne leggeva Una “rotonda” ad instar Sancti Sepulcri: San Giusto e San Maroto di Pievebovigliana (n. 2); la frequentazione si sviluppava ancora con il fascicolo del 2015, al quale inviava Il Cammino di S. Giacomo tra Umbria e Marche. Viabilità, pellegrini, ospizi, confraternite (n. 4). In breve: si trattò di lavori emblematici del suo metodo scientifico. Ne sono certo: se non fosse stato raggiunto dalla morte, non sarebbe mai venuta meno la collaborazione con una rivista che sentiva “sua”, insieme con l’amatissimo «Bollettino Storico della Città di Foligno» [7]. Del resto, il rapporto con le riviste operanti nelle e sulle Marche risaliva nel tempo, attraversando le pagine di «Studi Maceratesi» (dal 1971), «Picenum Seraphicum» (1972), «Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche» (1975), «Proposte e ricerche» (1980), «Studia Picena» (1985), e, appunto, «Marca/Marche» (2013). Di quest’ultima, com’è noto a chi legge, don Mario era membro del Consiglio scientifico; e lo era, a mio parere, per il prestigio scientifico conclamato, per la mole di studi sul versante adriatico dell’Appennino centrale, ma anche per la sodalità (feconda) con Floriano Grimaldi. A ben vedere, li si poteva definire dei veri “amici d’Istorie” come si definivano taluni studiosi attivi in secoli lontani [8].
Di questa sodalità, io stesso ebbi esperienza diretta il 17 agosto 2001. Ci si trovava nella tenda che gli organizzatori della XXIV Sagra della “Patata Rossa” in Colfiorito (Foligno) avevano riservato ai dibattiti e alle conferenze; si era lì per presentare un libro di Grimaldi che don Mario si era precipitato a propormi in lettura pochi giorni prima perché voleva che lo illustrassi in pubblico ritenendolo, sul piano culturale, il fiore all’occhiello dell’evento ferragostano di quell’anno. Sto alludendo a quella preziosa rassegna di odeporica religioso-santuariale che padre Floriano aveva appena dedicato a Pellegrini e pellegrinaggi a Loreto nei secoli XIV-XVIII, e che l’amico don Mario, presidente dell’Accademia Fulginia, aveva dato alle stampe sotto gli auspici dell’Associazione [9]. Sensi voleva la mia presenza appellandosi a tre motivi: ero, in quel periodo, l’assessore alla Cultura e ai Beni Culturali del Comune di Foligno (faccio notare che ero l’assessore di Rifondazione comunista nella Giunta di centro-sinistra presieduta dall’avvocato Maurizio Salari, punta di diamante dell’Ulivo non soltanto folignate); ero socio ordinario dell’Accademia; ero, per così dire, del “mestiere” giacché insegnavo Storia economica all’Università degli Studi di Perugia [10]. Ebbene, in quell’agosto di Sagra del 2001, ebbi modo non solo di apprezzare il garbo e la gentilezza di Floriano (posso aggiungere l’umiltà francescana?), non solo di tributare il sincero apprezzamento per la sua “fatica” autoriale, ma di cogliere il fraterno affetto che i Due nutrivano l’uno per l’altro [11].

Don Mario era nato in Assisi il 15 agosto 1939, e il 19 settembre del 2009, ricorrendo il Settantesimo dalla nascita, l’Accademia Fulginia gli dedicava una giornata di studio organizzata su proposta di Alessandra Bartolomei Romagnoli, storica della Chiesa medievale, e di don Fortunato Frezza [12]. Gli interventi presentati per l’occasione, insieme ad una serie di contributi offerti nel segno di viva stima da altri studiosi, sarebbero confluiti nell’imponente raccolta intitolata Amicitiae Sensibus. Studi in onore di don Mario Sensi [13]. In quell’incontro, Attilio Bartoli Langeli, medievista insigne dell’Università degli Studi di Perugia, presentò Sensi come Uno studioso della civiltà appenninica [14]. Vagabondando (così disse, e avrebbe scritto) tra i 387 titoli che componevano la bibliografia di don Mario alla fine del 2008, assunse una chiave di lettura specifica, selettiva: quella di natura geografica. Talché, il professore perugino doveva necessariamente focalizzare in modo precipuo la risalita montana di Sensi da Foligno a Colfiorito, all’altopiano di Plestia, all’alta valle del Chienti, per poi «sparpagliarsi» nelle Marche interne.
Scorrendo i titoli sensiani, Bartoli Langeli coglieva una «discesa» dall’Altopiano di «carattere torrentizio» [15]. Dall’areale plestino scendendo, Sensi «si appropria subito di Camerino, vista in relazione con Foligno, così come i signori della zona, i da Varano, sono messi in relazione con i Trinci. Di qui a San Ginesio il passo è breve; più lunghi, ma di poco, quelli verso Cingoli, Appignano, Macerata, Fermo». Il rapporto con Macerata ed il Maceratese è stato «costante», osserva ancora Bartoli Langeli, ma si trova un ulteriore «robusto insediamento nel margine inferiore della regione, nel Piceno, a completare il circuito che era arrivato alla Valnerina: molti i titoli sensiani su Ascoli, Grottammare, Montemonaco, Montesanto. Inevitabile infine (anche perché relativamente recente), è l’approdo di don Mario al maggiore santuario delle Marche, Loreto» [16]. Va da sé reputare con Bartoli Langeli che Sensi sia stato «uno dei maggiori studiosi di storia medievale e moderna delle Marche»; i «suoi scritti di quadro generale […] gli consentono di portare alla luce fenomeni peculiarissimi, dai monti di pietà e frumentari alle diverse tipologie santuariali, dalla presenza di Slavi nelle località interne a devozioni particolari, dalle minorete agli apostoletti ai sacconi, fino a scoprirvi l’istituto del santesato». Insomma, «don Mario ha rivelato come pochi altri una tessitura fittissima di rapporti, realtà, identità tra i due versanti dell’Appennino». Per lui, la «montagna è un confine che diventa collante, un elemento di frontiera che diventa elemento di passaggio e di circolazione. I due versanti dell’Appennino disegnano un territorio dai caratteri tipicissimi nel cuore dell’Italia. Nella costruzione di questo profilo unitario il viaggiare inesausto di don Mario trova la sua giustificazione più alta e originale». Non posso enumerare, in questa sede, i lavori presentati ai vari convegni storici tenutisi nelle Marche [17]; difficile mi resta segnalare le amicizie di ambito regionale. Per diretta conoscenza posso scrivere di quelle con don Angelo Antonio Bittarelli, don Giacomo Boccanera (i rispettivi necrologi, dovuti a don Mario, si possono scaricare da https://www.accademiafulginia.it) di don Sandro Corradini, e di padre Grimaldi come si è ben veduto.
A restituirne un profilo biografico (pur molto scarno) [18], ricorderò che, dottore in Teologia nonché in Filosofia, prete e parroco della Diocesi di Foligno, divenne poi archivista della Curia e cancelliere vescovile; al momento della morte era priore del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Foligno, cappellano e prelato d’onore di Sua Santità. Dopo una lunga esperienza didattica nelle scuole statali come professore di Lettere e preside incaricato, nel 1988 intraprendeva l’itinerario accademico che lo avrebbe condotto nel 2009 all’Emeritato nella Pontificia Università Lateranense in Roma [19]. Era consultore della Congregazione per le cause dei Santi, nonché membro del Pontificio Comitato di Scienze storiche.
[1] Santuari e pellegrini lungo la via dell’Angelo. Storie sommerse del culto micaelico, Roma 2014.
[2] Lo segnala Fortunato Frezza, nel saggio Pietas et civitas. Ricordo di Mario Sensi, prete storico della Chiesa, della pietà popolare e della religione civica, in «Picenum Seraphicum. Rivista di Studi storici e francescani», XXX (2015-2016), pp. 111-159: 126. Il contributo contiene la bibliografia aggiornata al 2019, e si può scaricare gratuitamente da https://www.accademiafulginia.it/, Profili accademici (Sensi Mario). Frezza, filologo e dottore in Sacra Scrittura, allora sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, oggi è arcivescovo e cardinale diacono del titolo di Santa Maria in Via Lata.
[3] Lo studio come servizio alla Chiesa, in Spendersi è il loro guadagno. Interviste ai sacerdoti della Diocesi di Foligno, a cura di S. Andreoli e V. Bartolini, Foligno 2010, pp. 121-136.
[4] Concordo con Frezza su quanto afferma in merito ai rapporti con la medievista Romana Guarnieri, per il costante tramite ideale-culturale della quale Sensi poté far suo il “lascito” di don Giuseppe De Luca, lo “storico della pietà”; con Alfonso Maria Di Nola, Alphonse Dupront, e (aggiungo io) Vittorio Lanternari «dai quali poté assumere gli apporti della antropologia del sacro, ispirandosi al loro metodo e attingendo in modo esplicito ai loro scritti», Pietas et civitas, passim.
[5] Ancora Frezza, in Pietas et civitas.
[6] Si veda www.goodonlus.it (Sezione Storica).
[7] Prima di diventare accademico della Fulginia (dal 1971), don Mario aveva collaborato al volume iniziale del «Bollettino» edito nel 1969; da allora, e fino al termine dei suoi giorni, vi pubblicò cinquantatre contributi (alcuni in collaborazione), una recensione, quattro interventi redazionali ognuno con brevi segnalazioni di più testi, cinque necrologi per complessive 1509 pagine. A fondamento dei suoi lavori, don Mario ha messo i rogiti notarili (inediti o controllati alla fonte se già editi), proposti mediante trascrizioni integrali o parziali, nonché, e prevalentemente, con regesti o, a volte, transunti; il corredo bibliografico è stato sempre ampio ed aggiornato, intrecciato alla trattazione, mai giustapposto ad essa; le acquisizioni conoscitive emerse dalle sue ricerche hanno dialogato in modo fecondo con la storiografia o con la tradizione erudita. Diversi studi presentano la trascrizione di codici o d’incunaboli o di stampe posteriori al Cinquecento ma non meno rare, o l’edizione di testi inediti, v. Mario Sensi e l’Accademia Fulginia in Foligno, Intervento commemorativo del vicepresidente Fabio Bettoni, Foligno, Biblioteca “Jacobilli”, 16 giugno 2016, https://www.accademiafulginia.it/, Profili accademici (Sensi Mario), si può scaricare gratuitamente. Con il 1991 (da vicepresidente) diede vita alla Collana «Supplementi del Bollettino Storico della Città di Foligno»; mentre scrivo questa nota, è in fase di allestimento per questa Collana il libro su La Società Letteraria degli Umbri in Foligno (1760-1779), Atti del Secondo Ragguaglio Accademico del ciclo “Cultura e culture nel Settecento di Alessandro Barnabò (1715-1779)” , Foligno, 18 marzo 2024, a cura di F. Bettoni (volume n. 22).
[8] Suggestione derivante da I. Heullant-Donat ed E. Irace, «Amici d’Istorie». La tradizione erudita delle Cronache di Gualdo e la memoria urbana in Umbria tra Medioevo ed Età moderna, in «Quaderni Storici», n. s., vol. 31, 1996, 93 (3), pp. 549-581.
[9] Il libro, uscito nell’aprile 2001, consta di 686 pagine, e forma il n. 2 della Collana «Supplementi del Bollettino Storico della Città di Foligno». Di lì a poco, Sensi, intervenendo su Confraternite lauretane e pellegrinaggio, avrebbe partecipato al convegno “Pellegrini e Pellegrinaggio a Loreto”, promosso dalla Deputazione di Storia patria per le Marche, tenutosi in Loreto nei giorni 8-9 novembre, v. Pellegrini verso Loreto, Atti a cura di Grimaldi e K. Sordi, Ancona 2003, pp. 111-152; le lettrici e i lettori marchigiani vi troveranno stralci da Capitoli e costituzioni della Fraternita lauretana di Fermo promulgati nel 1621 e dati alle stampe (riformati) dal Bazzi nel 1800, pp. 141-148.
[10] Sia don Mario sia io stesso avremmo potuto aggiungere anche un altro motivo (mi torna alla memoria in questo momento) a giustificare la mia presenza all’incontro. Alludo al fatto che avevo iniziato proprio in Colfiorito e con lui una sorta di discepolato storiografico. In un’estate di molti anni prima (“li rami mia” affondano in parte nell’Altopiano Plestino, tra Cupigliolo e Colfiorito: salirvi era un fatto normale), Sensi, lì parroco dal 1963 (vi sarebbe rimasto fino al 1988), ricorse a me (allora studente liceale) per la correzione delle bozze di stampa di un suo articolo: fu la mia prima esperienza di “correttore”; i pochi rudimenti che m’impartì (velocemente, perché i suoi compiti di “pastore” lo chiamavano altrove con tutta urgenza) sarebbero risultati assai utili.
[11] Va considerata un’espressione di continuità amicale con Grimaldi quella di Luigi Sensi, fratello di don Mario nonché archeologo ed epigrafista di vaglia, manifestatasi con il saggio (prezioso per la restituzione di “monumenta” epigrafici rilevanti) La strada per Loreto in Umbria e gli interventi pontifici, in Scritti per il 90° compleanno di Floriano Grimaldi, a cura di M. Campagnoli e M. Moroni, Recanati 2021, pp. 275-306, accompagnato da un significativo enunciato: Dedico queste pagine a padre Floriano in ricordo dell’amicizia, più che trentennale, con mio fratello don Mario, grazie alla quale hanno approfondito tanti aspetti della secolare storia del Santuario Mariano di Loreto e del pellegrinaggio legato a questo luogo di culto. Per il tramite di Luigi, il festeggiato volle donarmi copia del volume: memore, forse, della Sagra colfioritana del 2001, e non solo perché in quel periodo ero presidente della Fulginia della quale padre Floriano era socio ordinario. Segnalo, peraltro, che in questo medesimo compendio (alle pp. 7-15), il saggio iniziale di Frezza, un omaggio su Archivio amori e sudori, dà opportuna evidenza ad un altro significativo tratto del legame Grimaldi-Sensi là dove menziona i tre volumi (1385 pp.) dedicati dal Cappuccino “lauretano” a La Santa Casa di Loreto. Documenti istituzionali e regolamenti, Foligno 2006, n. 6 della Collana «Supplementi del Bollettino Storico della Città di Foligno».
[12] I due ecclesiastici si erano conosciuti soltanto nel 2008 a Cascia diventando subito amici fraterni. A tale proposito, è da segnalare l’epigrafe apposta da Sensi ad una fondamentale opera di Frezza: il Folignate vi ripropose un sintagma certamente non nuovo, ma sempre felice: Amicus fidelis protectio fortis / qui autem invenit illum invenit thesaurum, v. Frezza, Liber Lelle. Il Libro di Angela da Foligno nel testo del codice di Assisi con versione italiana, note critiche e apparato biblico tratto dal codice di Bagnoregio, prefazione di M. Sensi, vol. I, Firenze 2012.
[13] La raccolta forma il volume XXXI-XXXIV (2007-2011) del «Bollettino Storico della Città di Foligno» (Issn 1121-6425, di pp. 945).
[14] Ivi, pp. 33-39.
[15] Nel “torrente”, segnalo una fondamentale antologia di studi che don Mario curò nel 2002 con Ettore Orsomando, geobotanico dell’Università degli Studi di Camerino e fulginate-camerte: Studi sull’ambiente naturale degli altipiani di Colfiorito, volume antologico di 589 pagine.
[16] Dopo il convegno Amicitiae Sensibus del 2009, vennero due volumi. Di Vincenzo Maria Coronelli (1650-1718, francescano conventuale e cosmografo), il Sacro Pellegrinaggio ai santuari (celebri, e divoti) di Loreto e di Assisi con una tappa tolentinate dedicata al santuario di San Nicola e alla tradizione del “Pane benedetto”, operetta (intra 1705 l’editio maior): una pubblicazione del 2012 dovuta alla curatela scientifica di Sensi nonché a quella editoriale di Marcello Cingolani e Monica La Torre, editori folignati (rispettivamente) de Il Formichiere e di Quater edizioni. Nel saggio introduttivo (88 pp.) all’opuscolo coronelliano, don Mario esemplifica mirabilmente i propri saperi in tema santuariale e odeporico. L’anno appresso, uscì di Sensi, Loreto, una chiesa «miraculose fundata». Icona di Gerusalemme e di Nazaret, postfazione e ricordo di Romana Guarnieri, Firenze 2013, con inediti (li elenca Frezza, Archivio amori e sudori, p. 9, nota n. 7).
[17] La sua attività di studioso, scrive Frezza, «si è esercitata in alcuni siti, come veri e propri loci historici, quali sono l’archivio e il convegno. Don Mario è figlio dell’archivio e del convegno, il primo ordinato al secondo come luogo della esposizione e della verifica dello scavo archivistico», Pietas et civitas, p. 114.
[18] Da integrare con F, Bettoni, Mario Sensi (Assisi 1939 – Foligno 2015), in «Bollettino della Deputazione di Storia patria per l’Umbria», CXII (2015), pp. 487-495; il citato Frezza di Pietas et civitas; D. Cesarini, Vita di Seminario di Mario Sensi, in «Bollettino Storico della Città di Foligno», XXXVIII-XLII (2015-2019), pp. 723-727.
[19] Dopo un periodo da professore incaricato (1988-1992), nel 1998 vi aveva assunto la cattedra di Storia della Chiesa antica e medievale che era stata del Maccarrone, suo primo relatore alla tesi di dottorato in Teologia (1967), sul quale, si veda il deferente (ma non encomiastico) contributo titolato Monsignor Michele Maccarrone e la scuola storica Lateranense, in «Lateranum. Facoltà di Teologia», LXIX (2003), 2, pp. 343-400; ivi si legge: «Mi è lecito pertanto chiamarlo Maestro, mentre non potrei dire di essere suo discepolo, tanto sembrano diverse le vie percorse; posso solo affermare di aver goduto della sua stima», p. 373, nota n. 97.